In sintesi
- 🕵️♂️ Il Commissario Montalbano – La caccia al tesoro
- 📺 Rai 1 HD, ore 21:30
- 🔍 Episodio poliziesco ambientato in Sicilia, dove Montalbano indaga su enigmi, lettere anonime e misteriose sparizioni, tra atmosfere gotiche, ironia e riflessioni sociali, con un cast iconico e location suggestive.
Il Commissario Montalbano, Luca Zingaretti, Andrea Camilleri, Rai 1, Vigàta: il grande ritorno del poliziesco più iconico della TV italiana! Stasera, martedì 12 novembre 2025, alle ore 21:30 su Rai 1 HD, va in onda uno degli episodi più appassionanti e inquietanti della saga: Il Commissario Montalbano – La caccia al tesoro. L’occasione perfetta per rituffarsi nell’universo siciliano creato da Andrea Camilleri, tra enigmi, sciarade, antichi pregiudizi e quella sottile ironia che da sempre fa di questa fiction un vero culto nazionale.
Il Commissario Montalbano e “La caccia al tesoro”: un enigma da nerd nel cuore della Sicilia
L’episodio “La caccia al tesoro” è tra i più amati della saga, e non solo per i suoi toni cupi e le atmosfere gotiche che travolgono Vigàta. La storia prende le mosse da un evento scioccante: i fratelli Palmisano, due anziani religiosi mentalmente instabili, seminano il panico sparando dalla loro casa. Ma è solo l’inizio di una narrazione a scatole cinesi: Montalbano viene subito risucchiato in un intrigo che ha il sapore dei migliori giochi enigmistici nerd, amatissimi da Camilleri. Fin dalle prime scene ci si accorge che stavolta il giallo è più contorto del solito — tra lettere anonime, indovinelli degni di un escape room vintage e due inquietanti bambole gonfiabili deturpate, il teatro del mistero è pronto ad accogliere il pubblico.
Dietro ogni indizio, una nuova domanda: il caso di Ninetta Bonmarito, la misteriosa sparizione, i sinistri collegamenti con le bambole, gli enigmi sempre più intricati. Qui Montalbano deve non solo “risolvere”, ma anche decifrare il substrato sociale e psicologico che fa da sfondo alla storia. È un episodio che mette a nudo i limiti del razionale nei confronti dell’irrazionale, facendo convivere nello stesso racconto la Sicilia barocca delle processioni religiose e il disagio contemporaneo.
Cast, regia e location: Zingaretti e soci, icone senza tempo
Il cuore pulsante di Montalbano resta il cast. Luca Zingaretti ha ormai sdoganato il ruolo del commissario siciliano anche oltre i confini nazionali, regalando una performance che si muove tra ironia, malinconia e un grande senso etico. Accanto a lui, le irresistibili spalle teatrali di Cesare Bocci (il don Giovanni “Mimì” Augello), il fedele e silenzioso Peppino Mazzotta (Fazio), la comicità disarmante di Angelo Russo (Catarella, ormai un vero fenomeno pop) e l’eleganza malinconica della Livia di Sonia Bergamasco.
Per non parlare della regia di Alberto Sironi: le sue inquadrature, sempre attente a valorizzare i “non detti” tanto cari a Camilleri, hanno cambiato per sempre il modo di portare il noir letterario in TV. E dietro tutto, la Vigàta di fantasia che ormai esiste realmente nelle mappe turistiche — la fiction che crea realtà, come solo pochi prodotti di culto sanno fare.
- Molte scene sono state girate a Scicli, Ragusa e Modica: un viaggio nella Sicilia barocca senza muoversi dal divano!
- Il look “iconico” di Montalbano, ovvero la celebre testa rasata di Zingaretti, fu scelto in netto contrasto con le descrizioni dei romanzi (dove Salvo ha molti capelli!).
Impatto culturale, curiosità e fenomeno Montalbano
Ormai è chiaro: Montalbano fa ascolti da record ogni volta che riappare in prima serata, con medie superiori ai 9 milioni di spettatori e uno share che fa impallidire altre fiction. Ma il vero segreto di questa saga — diciamocelo, da nerd della serialità — sta nella capacità di rinnovarsi. Ogni episodio resta fedele allo spirito letterario (le sciarade e gli enigmi sono più avvincenti di molti procedurali americani), ma offre uno spaccato sociale che va oltre il semplice giallo.
Da semplice fiction, Il Commissario Montalbano è diventato un fenomeno culturale: ha creato mitologie, rituali familiari (come la celebre frittata di Livia), meme eterni intorno a Catarella, e un pellegrinaggio turistico nelle location originali. Il colpo di genio? Unire la narrazione popolare a una raffinata analisi antropologica della Sicilia (e degli italiani in generale), sempre con tocco leggero ma mai superficiale.
- Camilleri inseriva spesso la propria voce in piccoli camei radiofonici negli episodi: la vera “firma d’autore”.
- Le bambole gonfiabili di questo episodio sono tra gli oggetti di scena più disturbanti mai visti sulla TV generalista, altro che CSI!
Stasera insomma l’appuntamento è d’obbligo: “La caccia al tesoro” non è solo un giallo, ma un viaggio nei meandri della nostra società, ancora oggi attualissimo. Ed è il modo migliore per rendere omaggio a una delle serie più longeve e amate della nostra TV, capace ancora di lasciare il segno e di far parlare di sé tra generazioni diverse. E dopo tutto, chi non vorrebbe essere un po’ Montalbano per una notte?
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